L’allevamento mi sembra interessato sempre di più all’estetica fine a se stessa. L’addestramento punta a risultati sportivi finalizzati a gratificazioni personali portando spesso le metodologie messe in atto ad esasperare l’espressione delle pulsioni naturali. Pulsione predatoria (o venatoria) e pulsione di difesa, a mio parere, stanno andando “fuori standard” e quindi poco utilizzabili per una gestione alla portata di tutti, come auspicato dall’ideatore della razza: “…un estetismo fine a se stesso può compromettere l’anima di cane da lavoro del pastore tedesco…”
Ripropongo, qui sotto, un mio articolo pubblicato vent’anni fa per la rivista S.A.S. “Il cane da pastore tedesco” n° 110 del 1997.
CANE DA PASTORE TEDESCO……………cane da lavoro!
Dopo aver letto alcune opinioni, pubblicate ultimamente su alcune riviste cinofile, circa la convenienza o meno di dividere l’allevamento e la selezione di certi cani da pastore in “cani bravi” e “cani belli”, mi sono riletto per l’ennesima volta IL GIUDIZIO DEL CANE DA PASTORE TEDESCO di MAX VON STEPHANITZ egregiamente tradotto dall’amico MAURO DE CILLIS ancora nel 1977.
Per chi non vuole perdere tempo nel capire certi termini di anatomia e di meccanica animale è sufficiente la lettura della bella introduzione di Mauro De Cillis: in poche parole viene riassunto il “pensare” di Max Von Stephanitz circa la valutazione del P.T. nel suo insieme evidenziando come morfologia e carattere devono essere considerati parametri “funzionali” e non fine a sè stessi.
Partendo dal presupposto che il carattere per un cane che lavora deve dipendere da una mente “ sana” ho cercato di individuare nel libro GIUDIZIO DEL CANE DA PASTORE TEDESCO tutte le frasi inerenti la descrizione del carattere del P.T. e, in particolar modo, tutti i riferimenti relativi alla “saldezza di nervi”.
Dopo trent’anni di attività come socio S.A.S. dedicata quasi tutta allo studio del carattere del P.T. ,posso espormi affermando che si sono raggiunti traguardi notevoli per quanto riguarda la “carrozzeria” del nostro beneamato cane, molto meno si è fatto per il “motore” (studio degli impulsi) e per “l’impianto elettrico” (studio del sistema nervoso ).
Se riusciremo a mettere a punto un po’ meglio la parte “motivazionale” senza portare in cortocircuito la parte “nervosa” dei nostri cani, potremo senz’altro arginare la tendenza moderna al cane IPER BELLO o IPER BRAVO fissando invece i parametri fondamentali per arrivare all’UNICO cane da P.T. così come voluto dal fondatore della razza.
Max Von Stephanitz – IL GIUDIZIO DEL CANE DA PASTORE TEDESCO
(traduzione dal testo originale tedesco a cura di MAURO DE CILLIS – anno 1977)
Dall’ INTRODUZIONE di Mauro De Cillis (pag.8-9) che riporta una delle raccomandazioni di Max Von Stephanitz: …“ Il giudice deve convincersi di essere esclusivamente al servizio della razza, al suo mantenimento e al suo progresso, non all’ambizione del singolo produttore o alla moda capricciosa del mercato”…
Pag. 15…..”Nell’attimo in cui pone piede in un ring, il giudice deve aver sempre presente un punto essenziale: qual’è il fine ultimo dell’allevamento del pastore tedesco? e cioè: il cane da pastore tedesco è un cane da lavoro.
Pag. 20…..”Dobbiamo tutti convenire che il pastore tedesco è un cane da lavoro e che solo a questo scopo deve essere allevato. Perciò deve possedere quelle caratteristiche razziali che come tale lo classificano. Ricordiamoci quindi che l’adattamento alla funzione è, in un cane da lavoro, più importante della mera bellezza estetica.”
Pag. 24-25…..”Per un giudizio sulla morfologia del Cane da Pastore Tedesco l’S.V. ha emesso le seguenti direttive: i fondamenti di giudizio del Pastore Tedesco debbono basarsi sulle prestazioni che il soggetto deve svolgere. Animali timidi, dal sistema nervoso fragile, vanno considerati dannosi per l’allevamento, ………”
Pag. 28-29…..”Dopo di che ci faremo passare davanti il cane al passo e qui mi si rivelerà se la sua andatura è armonica, ……………(seguono altre raccomandazioni sul giudizio in movimento)…….Già da questo primo esame possiamo farci un’idea esauriente sul carattere del cane: se sicuro o inquieto, pieno di vita o placido, indifferente o eccitabile, educato o meno. Raccomando di tentare questo esame sul carattere, nei momenti in cui cane e conduttore non si sentano osservati ed anche quando l’animale cammina liberamente. Un cane dai nervi saldi, senza paura, si muove in modo assai diverso da quello con un sistema nervoso debole, che presuppone ovunque un pericolo. Osserviamo inoltre lo sguardo, il portamento della testa, la posizione delle orecchie e della coda. Ma il più delle volte dovremo approfondire detto esame. In questo caso consiglio di fare un esperimento: fissate il cane negli occhi e contemporaneamente avvicinatevi: il cane poco sicuro di sè cercherà di nascondersi. Oppure avviciniamoci al cane dal di dietro, sfiorandolo leggermente con il ginocchio: una reazione eccessiva darà corpo ai nostri eventuali dubbi, ma anche qui dovremo chiaramente distinguere una normale reazione, dalla paura vera e propria. La maggior parte dei cani oggigiorno, è condizionata a reagire alla minaccia del bastone, ed ogni animale che reagisce per paura fa una gran figura al guinzaglio; ma anche qui sarà lo sguardo che tradirà la sua vera indole. La prova dello sparo sul ring è stata proibita da molto tempo. Da qualche anno è stata però reinserita la prova allo sparo come prova speciale per saggiare la fermezza di nervi e l’attitudine al lavoro. Io non mi dilungherò ulteriormente sulle singole prove del carattere: la sua osservazione deve essere globale ed estendersi come una linea continua che leghi assieme l’intero giudizio generale. Non vanno sopravvalutate piccole deficienze del carattere, come un filo di nervosismo, un’eccessiva vivacità oppure al contrario una sonnolenta indolenza, a meno che proprio non si tratti dell’assoluta e completa indifferenza del cane totalmente apatico che ce lo farà escludere dalla riproduzione. I difetti del carattere sono comunque spesso sintomo di una salute insufficiente. Più o meno tutte le prestazioni (fisiche o psichiche) che noi gli chiediamo dipendono appunto dal buon stato di salute del soggetto.”
Pag. 45-46…..”Detestiamo l’iperselezione fine a se stessa perchè rende inevitabilmente anima e corpo inutili e incapaci di servire ad alcunchè. “ ……….”Perchè questi cani da lavoro posseggono sangue, vitalità, zelo ed anima da vero cane da pastore. E’ impossibile esprimere il termine cane da pastore usando le parole. Possiamo comprenderlo solo guardando il cane nella sua realtà vivente. Ho già parlato della sua anima. Dobbiamo cercare di coglierla in profondità. Già da come un cane stà di fronte a me e si muove posso capire se esso sia vitale e abbia sangue e nerbo. Il che può compensare parecchi difetti di costruzione: il cane più perfetto non serve a niente se gli manca l’incentivo a dare il meglio e il massimo di sè.
Con il bello o il brutto tempo, sia stato egli o no sottoposto a qualsiasi sforzo, l’andatura del nostro cane dev’essere sempre elastica e vigorosa. Il suo carattere deve presentarsi sicuro, franco, impavido attento e desto, mai nervoso, ipersensibile, debole o timido. E questo temperamento gli si legge nella espressione, soprattutto nello sguardo. L’occhio non deve esprimere cattiveria e malignità nè irrecuperabile selvatichezza e neppure sonnolenza e abulia oppure timore. Egli deve guardarvi con franchezza, senza paura, sicuro ma non sfacciato. Il suo sguardo non deve sfuggire il vostro nè abbassarsi in modo torvo. Poi c’è il gioco delle orecchie, il modo di tener la coda, il portamento, il suo atteggiamento nei confronti dell’uomo e degli altri cani, di fronte ad una circostanza imprevista o all’apparire di un estraneo. Tutte queste cose ci aiutano a capirlo.”
31 ottobre 2018 Guido Cecchinato
Copyright ©2018 Guido Cecchinato