Articolo tratto dalla rivista “Der Schäferhund magazin” n.45 giugno 2009 di Ed Frawley – Traduzione Dankim Ed Frawley è il proprietario della Leerburg, azienda specializzata in attrezzature cinofile e nella produzione di video inerenti l’addestramento sportivo del pt. Proprietario dell’ affisso Leerburg dal 1950 (uno dei primi in USA), nel 1974 ha portato in USA dalla Germania l” addestramento sportivo all’ utilità e difesa. Fornitore di cani per il servizio di polizia. Dal 1978 prepara i cani a questo servizio, gareggiando pure in AKC. Dal 1976 membro dello Schutzhund, club utilità/difesa Stati Uniti d’ America e dell’ SV tedesco Scopo di questo articolo non è insegnare l’ eccellente nell’ affronto e abbaio, ma piuttosto aiutare la gente a capire il concetto di come si sviluppa l’ esercizio. Se non si capisce chiaramente quale strada prendere, ci si perde. I nuovi addestratori nello sport nella difesa, o nel servizio civile, spesso non capiscono il concetto dell’ affronto e abbaio. Il corretto affronto e abbaio si sviluppa dall’ antagonismo esistente tra il figurante e il cane. Non si sviluppa dall’ istinto di preda dove il cane è addestrato a richiedere la preda abbaiando, anche se è certamente un modo per far abbaiare cani senza nervi. Un cane che abbaia in predatorio crea un’ immagine di un cane che arriva dal figurante e abbaia in un cadenzato, piatto, abbaio di richiesta. Questo manca di intensità, non rappresenta l’ immagine di un cane che crea una seria minaccia. Talvolta (non sempre) abbaia all’ attrezzatura (manica) e non all’ uomo. Oggi i giudici di difesa si aspettano di vedere un serio e forte abbaio difensivo (cioè aggressivo) del cane. E’ facilmente riconoscibile un abbaio di richiesta e per questo o il cane è senza nervi o è stato male addestrato. Prima che un cane sia addestrato nell’ affronto e abbaio, deve sviluppare il predatorio (lavoro con lo straccetto), in questa fase noi insegniamo al cucciolo ad abbaiare per mordere. Molto presto il cucciolo impara che abbaiando fa fare qualcosa al figurante: potrebbe farlo intimorire, potrebbe farlo indietreggiare, potrebbe anche passargli vicino per farlo mordere. I cani giovani imparano anche che abbaiando fanno fuggire il figurante (fuga) ed essere liberati dal guinzaglio per corrergli dietro e mordere la manica. Cosa importante è capire che tutte queste cose vengono fatte dal cane tramite il suo istinto predatorio. Il vero affronto e abbaio non parte dal predatorio, parte dall’ istinto di aggressività quando il cane è maturo e pronto per questo lavoro. Esempio : Quando un cucciolo insegue un gatto lo fa in predatorio, il gatto corre stimola la preda e la caccia del cucciolo. Quando il gatto ne ha abbastanza del gioco si ferma e si gira, si inarca sul dorso e tira su il pelo (per farsi sembrare più grande e forte di quello che è) emettendo il suono “HISSS” . Quando accade questo il cucciolo si blocca e indietreggia. Inizialmente per qualche secondo il cucciolo è spaventato e confuso. La sua preda si è voltata contro e lui è insicuro di se stesso. Il cucciolo potrebbe tirar su il pelo come il gatto. Quando il cucciolo vede che non sta per essere attaccato incomincia ad abbaiare. L’ abbaio non è lo stesso che usa per chiedere qualcosa, l’ abbaio è più profondo e minaccioso. Questo è un abbaio difensivo (in aggressività). L’ abbaio potrebbe far scappare nuovamente il gatto e la caccia riprende nuovamente. Noi usiamo le stesse tecniche con i cani giovani, oltre 1 anno di età, per sviluppare l’ abbaio dietro il revier. Il figurante stimola il cane correndo verso il nascondiglio, il conduttore libera il cane che insegue il figurante (istinto predatorio). Quando il figurante mette piede nel nascondiglio si gira e sbuffa in maniera minacciosa (come il gatto) e il cane quando arriva non trova più il figurante che agisce come una preda, ma vede piuttosto qualcuno che lo squadra fissandolo dritto negli occhi pronto per la lotta. Questo è il momento del figurante per aiutare il cane. Avviene in una frazione di secondo: vogliamo un cane che passa dall’ istinto di preda all’ istinto di difesa (aggressività). Vedremo il cane indietreggiare di qualche passo per poi abbaiare e quando abbaia con tono profondo e minaccioso è determinante sia ricompensato immediatamente dal figurante, che deve fuggire come una preda, che il cane insegue e poi morde. E’ molto importante che quando inizialmente avviene il momento di insicurezza del cane, il conduttore rimanga tranquillo lontano da lui. Questo lavoro è tra il figurante e il cane, il conduttore non deve fare nulla. Se ci sono dei problemi il conduttore non deve avanzare per dare fiducia al cane lodandolo. Il problema proviene o dal cane o dall’ addestramento precedentemente avuto che eventualmente deve essere rifatto per dare confidenza al cane negli esercizi in predatorio. L’ errore più frequente del figurante è quello di aspettare troppo l’ abbaio corretto del cane, i tempi sono critici. Uno o due abbai bastano. I primi passi di questo lavoro richiedono delle azioni inerenti al livello di maturità e di preda del cane. Il cane deve essere maturo abbastanza per sopportare lo stress del lavoro in difesa (istinto di aggressività). Mentre certi cani con buona predisposizione al lavoro e una solida preparazione nel predatorio possono sopportare già a un anno lo stress del lavoro in difesa, altri potrebbero aspettare da 18 a 24 mesi. Delle linee di esposizione tedesche e tutte le linee americane non lo sopporteranno mai. All’ inizio di questo addestramento quasi tutti i giovani cani indietreggeranno e dimostreranno insicurezza, il figurante deve stare attento e avere pazienza ad aspettare il momento giusto. Al primo tentativo, se il cane indietreggia o si prende qualche secondo per esaminare la situazione, il figurante deve aspettare e guardare. Una mossa sbagliata può indurre il cane ad evitare la situazione di disagio e scappare via. I buoni cani abbaieranno immediatamente. Certi cani tireranno su il pelo, certi no, questo non è importante a questo punto dell’ addestramento. Inizialmente il figurante conferma scappando fuori dal revier per far mordere il cane in predatorio, quando il cane prende confidenza, esperienza e maturità gradualmente si può passare ai colpi di bastone. Se fatto correttamente, questo esercizio è uno dei primi dove potremo vedere quanto veramente forte è il nostro cane. Spesso mi si chiede sul ruolo del figurante in questo lavoro, specialmente dai nuovi conduttori K9 che pensano che il figurante non dovrebbe mai correggere (aiutare) il cane: bisogna sapere che un cane da polizia deve avere rispetto per un criminale e che ci sono delle regole chiare e definite su quando un cane può o non può mordere il sospetto. Lo stesso è vero nello sport della difesa: il figurante e il conduttore devono rispettare queste regole (regolamento IPO). — |
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A seguito dell’articolo sull’AFFRONTO E ABBAIO del signor Ed Frawley pubblicato sul sito di DANKIM è stato richiesto al sottoscritto un commento di seguito esposto.
Per un’analisi ancor più approfondita di questo articolo, il cui contenuto è in gran parte condivisibile, bisogna aprire una parentesi sulla genesi del COMPORTAMENTO DI AFFRONTO E ABBAIO. Come esiste una “etologia del morso” (che andremo a sviluppare in uno dei prossimi articoli) esiste anche una “etologia dell’abbaio”. Come per il morso dove si esigono tre caratteristiche: forte, pieno e calmo, così anche per l’abbaio si dovrebbe esigere:
- la ritmicità;
- la tonalità;
- l’intensità;
Naturalmente queste tre componenti non nascono per caso: sono espressioni di stati d’animo del cane e una prevale sull’altra a seconda della motivazione che spinge il cane a tale comportamento.
Il RITMO dell’abbaio (frequenza) aumenta con l’aumentare della pulsione predatoria. L’insicurezza fa invece interrompere parzialmente il ritmo specie nella fase iniziale dell’abbaio. Un ritmo troppo sostenuto e accompagnato da una tonalità leggera e stridula non è mai auspicabile specie quando il cane guarda la manica. Ciò è sinonimo di sola pulsione predatoria comunemente ed erroneamente definito come abbaio di richiesta. Meglio sarebbe definirlo come abbaio di scovo dove il cane invita la preda (manica) al movimento, senza interesse alcuno per il figurante antagonista e difensore della preda. Se si appendesse una pallina sul nascondiglio si otterrebbe lo stesso comportamento. Ideale sarebbe invece un abbaio di media ritmicità, senza pause, con buona tonalità e intensità definito “abbaio di affronto” dove la componente dovuta al figurante dovrebbe prevalere rispetto alla manica.
I TONI alti, acuti e striduli sono dovuti alla pulsione predatoria mentre quelli bassi, profondi e cavernosi sono dovuti alla pulsione di difesa con lo scopo di impressionare l’avversario.
L’INTENSITA’(energia e determinazione) è prerogativa della personalità del cane nell’affrontare e dominare la situazione. L’intensità è sempre proporzionale alla sicurezza di sé. Naturalmente il regolamento prevede anche che l’esecuzione venga fatta subito e senza interruzioni. Ma la chiave di lettura in termini psicologici ed etologici sta nella risposta a questa domanda. Cosa provoca il “comportamento di abbaio”? Risposta: la FRUSTRAZIONE. Qualsiasi azione che interrompa il raggiungimento di una META ISTINTIVA (o pulsionale) porta a frustrazione. Se lo stato di frustrazione perdura nel tempo si arriva al “comportamento aggressivo”.
E’ noto a tutti i figuranti che se un cane molto motivato nella manica viene bloccato nel nascondiglio, più la motivazione è alta e più otterremo quelle tre componenti descritte prima. Fino ad arrivare, dopo un abbaio prolungato, con il cane bave alla bocca, ad un morso liberatorio pieno di potenza. La frustrazione rappresenta quindi uno stato d’animo conflittuale che certe volte può sfociare in una vera e propria “attività di sostituzione” come girare su se stessi o altro. In questa situazione conflittuale si rileva un aumento dell’attività del sistema nervoso autonomo che controlla funzioni viscerali, muscolatura e attività delle ghiandole surrenali. La stimolazione della parte midollare delle ghiandole surrenali induce la secrezione di adrenalina nel sangue, che provoca un incremento nella frequenza cardiaca e respiratoria e una ridistribuzione del sangue presente negli organi digestivi verso i muscoli, predisponendo l’organismo a manifestazioni di tipo aggressivo. Tutta questa spiegazione di tipo fisiologico per mettere in guardia i conduttori e i figuranti contro l’abuso di questo comportamento poiché, il perdurare o la ripetizione di uno stato di frustrazione può portare ad una “sindrome da stress”. Nell’affronto e abbaio si assiste ad un conflitto tra la tendenza a perseverare, e quindi a mordere, e quella di abbandonare, tra attacco e fuga.
Per quanto riguarda i due tipi di abbaio descritti nell’articolo dell’autore tedesco e ai quali assistiamo costantemente nelle prove IPO posso solo dire che è venuto il momento di formare e aggiornare il corpo giudicante, i conduttori e i figuranti al fine di saper distinguere e valutare i diversi stati d’animo del cane nel momento che esprime questi diversi comportamenti. Troppe volte, per mancanza di “conoscenza” è facile scivolare nel famoso detto: nel dubbio assolvi! E’ anche vero però che a maggior conoscenza corrisponde minor dubbio!
Il cane deve correre verso il nascondiglio per una motivazione predatoria. Dietro al nascondiglio deve esprimere subito un comportamento di difesa guardando il figurante negli occhi e con atteggiamento di dominanza (difesa attiva). E’ ovvio che durante la preparazione tutto debba essere canalizzato nella manica(preda) come azione consumatoria e liberatoria. Solo così avremo comportamenti bilanciati e controllati.
Il Dr. Helmut Raiser già nel 1981, nel suo famosissimo manuale per i figuranti “DER SCHUTZHUND” diceva che ogni azione deve partire dall’impulso di difesa (wehrtrieb) canalizzato nell’impulso di preda (beutetrieb). Partendo da questo concetto che mi è sempre stato di guida in tutti questi anni anche la lavorazione sui cani giovani deve valorizzare questi moduli comportamentali. Bisogna approfittare delle insicurezze del cane nel periodo della pubertà per ottenere un abbaio di “affronto” con il figurante che esce dal nascondiglio lentamente, quasi immobile, con la manica penzoloni lungo la gamba e con un avvicinamento fatto di molte pause. L’abbaio intenso e profondo, con il cane a dieci passi di distanza, verrà confermato immediatamente con un morso liberatorio. Un po’ alla volta si avvicina il cane al nascondiglio e in questa maniera le insicurezze iniziali si trasformano in comportamenti sicuri e dominanti. Un cane deve affrontare il figurante senza nessun timore. Tutta la sua mimica deve dimostrare dominanza della situazione. Anche la posizione di seduto o in piedi, durante l’abbaio, denota più o meno un comportamento di dominanza, così come i saltelli molto frequenti denotano una esagerata pulsione predatoria. E’ così che l’etologia ci viene incontro per meglio valutare e salvare quelle caratteristiche di razza volute dallo standard. Purtroppo ci sono ancora figuranti apprendisti-stregoni privi di una formazione didattica moderna che esaltano troppo presto la pulsione predatoria (compito essenziale del conduttore!) e, ad un certo punto, vedendo che l’abbaio e il morso non hanno quella consistenza voluta portano il cane in “autodifesa” con metodi traumatici e spesso indelebili (pizzicotti, lavoro sul tavolo, collare elettrico, frusta, ecc.) con la conseguenza, quando va bene, di un abbaio insicuro e poco dominante (orecchie piegate lateralmente!) e un morso nervoso e quasi mai pieno. Sarebbe stato meglio usare il cervello prima……. che le braccia poi! Oppure, al contrario, ci si accontenta di un abbaio saltellante e “ballerino”, magari anche bello esteticamente, ma privo di sostanza e molto lontano dal concetto di “affronto”. Se non è possibile ottenere niente di meglio, causa la mancanza di doti naturali, è meglio lasciare questo comportamento così come sta, evitando forzature traumatiche, che porterebbero il cane a non sopportare lo stress.
La cosa importante però è che non venga assegnata la qualifica di eccellente al soggetto che non esprima un comportamento di difesa attiva e di dominanza nei confronti del figurante.
29 novembre 2018 Guido Cecchinato
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