Scritto da: Guido Cecchinato
15/02/2009
Lo chiamano “metodo gentile”, a riprova che non solo è praticabile con successo ma è pure in grado di garantire risultati migliori e duraturi, gettando le basi concrete per un rapporto di fiducia e di riconoscenza fra maestro e allievo a quattro zampe. Sì, stiamo parlando di cani e del loro addestramento, all’indomani dell’operazione condotta dalla Polizia delle comunicazioni del Veneto, che ha sequestrato oltre duemila fra collari a strangolo ed elettrici, in vendita online e in alcuni negozi di Oderzo, che il comandante Ciro Pellone non ha esitato a definire veri e propri “strumenti di tortura” per piegare o meglio minare la volontà e il carattere di Fido, magari per renderlo aggressivo e gettarlo nel girone infernale dei combattimenti e delle gare all’ultimo guaito. Ma se certo non si può negare l’esistenza di realtà tanto aberranti, si sta diffondendo a macchia d’olio un metodo istruttivo che rifiuta in toto la coercizione e punta su passione, pazienza e gratificazione. Uno degli esempi più riusciti di questa scuola di pensiero è rappresentato dal Gruppo cinofilo “Giubbe rosse” di Roncade, diretto dal dottor Guido Cecchinato con il supporto di Roberto Fedato. Nel campo attrezzato si spazia dall’educazione di base, alla formazione di unità di soccorso e di unità per impiego sportivo. In ogni caso a essere “addestrati” come un unico attore sono il conduttore e il suo cane: il presupposto di partenza è che nessuno dei due deve snaturare la propria indole, bensì apprendere come vivere insieme valorizzando al meglio l’unione, la complicità, appunto l’”unità cinofila”. «Ci vuole un impegno non indifferente e anni e anni di pratica – spiega il dottor Cecchinato – ma quello che si ottiene è impagabile». Almeno due gli anni necessari a forgiare una unità di soccorso con fini di protezione civile come quella composta da Roberta Bittus di Conegliano e dal suo Oba (nella foto), uno splendido esemplare di labrador color nero. Una coppia affiatata e preparatissima tanto da aver conseguito la piena operatività Enci: un brevetto che segna il primo riconoscimento ufficiale per quelli delle “Giubbe Rosse”. Ciò significa che Roberta e Oba potranno essere impegnati nella ricerca di persone scomparse e in operazioni di protezione civile. «La nostra tecnica – continua il dottor Cecchinato – è volta a gratificare l’atteggiamento positivo del cane, ignorando volutamente quello negativo che quindi non viene punito».
Monica Andolfatto
da un articolo de “Il gazzettino” di Domenica 15 Febbraio 2009
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